De Chirico “torna” a Ferrara
Se non siete mai stati a Ferrara, un ottimo motivo per programmare una gita nella nostra splendida città è quello di immergersi nell’atmosfera metafisica di quei luoghi che ispirarono Giorgio De Chirico tanto da renderli protagonisti di sue numerose opere; e se siete ferraresi, vedere le sue opere dal vivo sarà l’occasione per riscoprire con gli occhi dell’artista luoghi familiari.
Infatti, in occasione del centenario dell’arrivo di Giorgio de Chirico a Ferrara, la nostra città gli dedica un’importante mostra, con lo scopo di rivivere la nascita e lo sviluppo della pittura metafisica e comprendere l’influenza che le sue opere del periodo estense (tra il 1915 e il 1918) ebbero sull’arte italiana contemporanea e su avanguardie europee come dadaismo e surrealismo.
Quando l’Italia entrò nella Prima Guerra Mondiale, Giorgio De Chirico si arruolò nell’Esercito Italiano, lasciando Parigi, e fu destinato al 27° reggimento di fanteria di stanza a Ferrara. Riconosciuto il suo cattivo stato di salute, gli fu concesso di svolgere un lavoro ausiliario che gli permise di continuare a dipingere. E fu proprio l’ambiente urbano e architettonico della città di Ferrara a determinare il cambiamento radicale della sua opera, sviluppando quel mondo irreale e silenzioso che tutti conosciamo: piazze fuori dal tempo immerse in tramonti fantastici o stanze segrete dalle prospettive vertiginose, che fanno da sfondo ad oggetti enigmatici o diventano il palcoscenico su cui recitano manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto. Durante il periodo trascorso nella città estense De Chirico dipinse capolavori come “Le Muse inquietanti”, “Ettore e Andromaca”, “Il Trovatore” e una lunga serie di interni.
L’influenza del suo mondo poetico fu determinante per l’opera di un altro grande artista, Carlo Carrà, suo compagno all’Ospedale militare di Ferrara dal gennaio alla primavera del 1917. Fecero parte di questo gruppo di artisti riuniti dal caso il fratello di De Chirico, Andrea (il futuro Alberto Savinio), soldato nella stessa città, e Filippo De Pisis: insieme diedero vita alla breve stagione della pittura metafisica, di cui Ferrara è giustamente ritenuta la culla, oltre che l’ispiratrice. Prova ne sia, fra tutte, il celebre quadro “Le Muse inquietanti”, dove, dietro i tipici manichini di De Chirico, compare l’inequivocabile sagoma del Castello Estense.
Le opere di Giorgio De Chirico saranno esposte al Palazzo dei Diamanti dal 14 novembre 2015 al 28 febbraio 2016